Uno dei dolci tipici della tradizione napoletana che non può mancare sulle tavole campane è sicuramente lo storico susamiello. Riconoscerlo a tavola non è così difficile e questo grazie alla sua forma che richiama la lettera S. Questo particolare dolce si prepara con farina, zucchero, mandorle e miele, con l’aggiunta di cannella, pepe, noce moscata.
Curiosità storiche
Forse non tutti sanno che questo è un dolce molto antico, le cui origini risalgono addirittura ai tempi dell’antica Grecia, in cui essi venivano preparati e offerti in dono alla Dea Demetra.
In origine questi dolci si chiamavano sesamelli, perchè uno degli ingredienti principali erano i semi di sesamo. Nel tempo ovviamente la ricetta è cambiata, si è raffinata e ha dato spazio a nuovi ingredienti e nuove preparazioni, mantenendo comunque un sapore immutato.
Ma perchè i susamielli sono legati alla tradizione culinaria napoletana? Secondo alcune fonti queste ciambelle venivano preparate nell’Antico Monastero della Sapienza, in cui le Monache Clarisse le confezionavano, per questo motivo i susamielli a Napoli sono conosciuti anche come “le sapienze”.
Un dolce per nobili
A partire dal 1500, la preparazione di questo dolce fu vietata. Siccome per la sua realizzazione l’ingrediente fondamentale era la farina, si decise che quest’ultima doveva essere destinata solo alla preparazione del pane per far fronte ad una situazione di carestia.
A causa della povertà che incombeva nel Sud Italia, i susamielli, iniziarono dunque a scomparire e riapparire solo sulle tavole dei nobili.
Questo dolce, dunque racchiude tante curiosità, e la sua storia è davvero ricca di particolari.
Una curiosità linguistica
Nel dialetto napoletano la parola susamiello non viene usata solo per identificare il dolce natalizio, ma viene utilizzata anche per segnalare una persona dal carattere troppo pesante, etichettandola, appunto un “susamiello”.
Quindi attenzione se qualcuno si dovesse rivolgere a voi con questo appellativo, non sta lodando la vostra dolcezza. Siete stati avvisati!