Dolcissima e saporita, morbida ma con un’anima biscotto, personalizzabile con tanti gusti alla frutta, al caramello, al cioccolato… ma quanto ci piace la cheesecake?
Ogni pasticceria che si rispetti ne sfoggia almeno una tipologia in vetrina ed anche noi di Gelida Emozione non facciamo eccezione: ma qual è la storia di questo dolce così particolare?
Ripercorriamone insieme le tappe salienti!
Un po’ di storia
Se anche voi fate parte della schiera di persone convinte che la cheesecake arrivi dalla Gran Bretagna o dall’America… sappiate che siete fuori strada.
La prima torta al formaggio – antenata della nostra moderna – annoverata dalla storia, infatti, è stata servita proprio qui in Europa, durante i Giochi Olimpici dell’antica Grecia.
Siamo all’incirca nell’ottavo secolo a.C. (quasi tremila anni fa!) e, dagli scritti di Callimaco, emerge un tale Egimio con il suo testo dedicato all’arte… delle torte al formaggio! Gli storici, tra l’altro, affermano che, nel 776 a.C., nell’isola di Delos gli atleti venivano rifocillati proprio con un dolce di questo tipo, che vedeva tra gli ingredienti formaggio di pecora e miele. L’acquolina in bocca sale soltanto a pensarci!
Anche nell’antica Roma veniva servito qualcosa di simile: la placenta (o “libum“, in greco), un dolce realizzato con due dischi di pasta farciti nel mezzo con del formaggio; lo testimonia la ricetta contenuta nel De Agri Cultura di Catone il Censore (cioè Marco Porcio Catone, politico, generale e scrittore romano). L’idea era arrivata proprio con la conquista dei territori ellenici, che ne aveva consentito “l’assorbimento” di usanze e spunti culinari che vennero, così, modificati e rivisitati alla maniera romana.
Nel tempo questa torta è diventata sempre più famosa e la sua ricetta si è tramandata di generazione in generazione, modificandosi e migliorandosi sempre di più: addirittura si dice che sia stata, per un periodo, il simbolo degli esperantisti, quel gruppo che affidò all’Esperanto la comunicazione, con l’utopia che diventasse una lingua che unisse tutti i popoli del mondo.
Ma da dove arriva, allora, la versione che conosciamo oggi?
La pubblicazione del primo ricettario ufficiale è arrivata solo nel 1545, quando la cheesecake venne descritta come un cibo a base di farina dolce: lo chef personale di Enrico VIII fornì anche un contributo fondamentale, suggerendo di tagliare il formaggio in pezzi molto piccoli e di metterlo a mollo nel latte per tre ore.
Alcuni europei, poi, cominciarono ad utilizzare per la prima volta le uova sbattute – al posto del lievito – nell’impasto per la base, ma il fondo croccante e la crema al formaggio in accezione squisitamente contemporanea sono probabilmente dovuti all’inventiva e alla creatività – oltre che a un fortunato errore, come spesso succede in cucina – del produttore lattiero-caseario statunitense James L. Kraft che, nel 1872, tentava di riprodurre il celebre formaggio francese Neufchatel senza successo. Un esperimento fallito da cui, però, nacque qualcosa di molto più iconico di una blanda imitazione: vi dice niente la crema al formaggio registrata col nome di Philadelphia?
Sarebbe questa (poi brevettata e acquistata dalla Kraft Cheese Company nel 1928) quella che venne deputata, poi, ad essere la base di questo dolce, anche se sono stati gli anglosassoni a sbandierarne la paternità per moltissimo tempo; ed è proprio per questo motivo che, nel mondo, esistono tante ricette simili con spunti e procedimenti diversi.
La ricetta originale
La ricetta originale prevede rigorosamente la base-biscotto (ottenuta proprio mescolando biscotti sbriciolati e burro), una farcitura a base di crema mista al formaggio (con zucchero e panna) e una copertura a base di frutta. Non ci sono “obblighi” di sorta, in questo senso, anche se la variante più famosa e apprezzata è sicuramente quella ai frutti di bosco, anche per il valore scenografico.
Tra le tante rivisitazioni differenti, però, merita una menzione quella newyorkese, dove la crema è preparata con latte, uova e zucchero e la cottura avviene in forno. Gustosissima anche la proposta irlandese, con un’aggiunta di Baileys che rende tutto più aromatico, o quella neozelandese dove il fondo viene assemblato soltanto con afghan cookies, biscotti tipici del territorio.
Anche nella nostra Italia, comunque, è possibile trovare tante idee personalizzate in base ai gusti e ai desideri di chi cucina (o di chi è deputato a gustare!) con panna acida o bacche di vaniglia per aromatizzare il formaggio.