Siamo così abituati a pensare che il gelato si possa mangiare “in cono o in vaschetta” che, a volte, dimentichiamo che, anche in queste due categorie, ci sono delle differenziazioni tra cui è possibile scegliere.
Per la coppetta si può valutare se prendere la classica in carta o quella in vetro, spesso identificata da un calice o da una ciotolina, più o meno grande, dove servire il gelato; nella maggioranza dei casi la prima viene scelta per gelati piccoli e/o destinati ai bambini, mentre la seconda per gli adulti più golosi che optano per maxi-ice cream oppure per varianti allo yogurt o con frutta fresca.
Per i coni, invece, la scelta può ricadere su quelli wafer o quelli cialda. Ma qual è la differenza?
Bisogna guardare la pasta: si tratta, infatti, semplicemente, di due tipi diversi di preparazione della pasta-biscotto.
Nella storia del cono gelato abbiamo visto come questa componente, nata per necessità e non per vezzo,
si sia, poi, frantumata in una serie infinita di varianti e gusti, diventando un parte vera e propria del gelato in sè, che, molto spesso, ha come icona proprio un cono a sostegno della classica “pallina” di crema; decorazioni con canditi, praline, noccioline, forme svariate e variegate ed ingredienti in evoluzione e, in certi casi, personalizzati, hanno contribuito a rendere ogni ordinazione in gelateria una vera e propria espressione di se stessi, dei propri gusti più specifici e, perchè no, anche dell’umore del momento.
In quest’ambito possiamo far rientrare anche la scelta della tipologia di cono, cotto al forno se è semplice biscotto, oppure modellato e decorato dalle famose piastre dei cialdai, che creano quella superficie a grata, più friabile e leggera, che ben conosciamo. La particolarità risiede anche nella forma perchè la cialda, spesso, può essere sagomata diversamente, diventando un vero e proprio contenitore o una vaschetta, ideale a contenere più gusti rispetto ad una forma conoidale, con la possibilità, tra l’altro, di essere mangiata perchè commestibile!