Quella del gelataio è sicuramente una delle professioni più interessanti e gratificanti che ci sono sul mercato del lavoro.
Ovviamente per diventare gelataio c’è bisogno di intraprendere un percorso di formazione complesso, indispensabile per ottenere la qualifica, sono necessari continui aggiornamenti per apprendere nuovi metodi visto che il settore è sempre in crescita e ovviamente non devono mancare la passione e la curiosità elementi fondamentali per distinguersi dagli altri.
A scuola di gelato
In Italia come all’estero ci sono delle vere e proprie scuole dedicate al gelato, accademie del gusto in cui è possibile apprendere i metodi, principi e soprattutto l’utilizzo delle macchine per la realizzazione del prodotto finale. Si parte ovviamente da corsi base per principianti fino ad arrivare a quelli altamente specializzati, per chi invece ha già grande dimestichezza e familiarità in questo campo.
I requisiti del perfetto gelataio sono diversi. Oltre a frequentare corsi di formazione in appositi centri specializzati, i futuri gelatai devono essere dotati di certificazione HACCP, acquisire conoscenze degli ingredienti da utilizzare, avere la conoscenza di norme per la conservazione dei prodotti, conoscere le norme igienico- sanitarie. Per non parlare poi di tutto ciò che c’è da sapere quando si apre una gelateria, tra regole, strategie di marketing, e tanto altro ancora. Insomma ce ne è da sapere.
Differenze tra gelataio e gelatiere
In questo settore la lingua italiana ci offre quello che potremmo definire un imbroglio linguistico e cioè la differenza tra gelataio e gelatiere. Entrambe sono professioni che hanno a che fare con il gelato ma con una differenza sostanziale. Il primo termine viene usato per indicare chi i gelati li vende, il secondo invece chi il gelato lo produce. Spesso invece le due professioni vengono confuse, ma c’è da dire che entrambe le professioni possono fondersi l’un l’altro basta ovviamente possedere i titoli giusti.
L’imperativo per intraprendere questa carriera in modo serio e redditizio è dunque quello di formarsi, l’improvvisazione è praticamente bandita.