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Come il buon vecchio caffè, anche il gelato diventa “sospeso”

Avete presente quell’antica usanza napoletana del caffè sospeso, attraverso la quale si può lasciare una “tazzulella ‘e cafè” a disposizione di chi ne ha bisogno e non ha la possibilità di pagarsela?

Ecco, è diventata ispirazione per qualcosa di affine, ma con protagonista il gelato!

Vediamo di cosa si tratta.

“Gelato sospeso”: l’iniziativa dell’associazione Salvamamme

Gelato sospeso è proprio il nome dell’iniziativa messa in piedi dall’associazione Salvamamme, un’ente di volontariato romano che si occupa di offrire sostegno a tutte quelle mamme che vivono disagi di ogni tipo, inclusi quelli economici.

La notizia è delle ultime settimane (anche se il progetto viene rinnovato, oramai, da qualche anno) e coinvolgerà tutte le gelaterie aderenti fino al 31 ottobre.

Gli esercizi commerciali che decideranno di prendere parte al progetto saranno immediatamente riconoscibili attraverso una speciale locandina: al loro interno, tutti potranno non solo acquistare un gelato per se stessi, ma anche pagarne un altro da lasciare “in sospeso”, versando il denaro in un contenitore trasparente; sarà la famiglia del bimbo che riceverà il gelato ad ottenere, ovviamente, il relativo regolare scontrino.

Ad ogni modo, per muoversi con assoluta cognizione, sul portale dedicato all’iniziativa viene costantemente aggiornato l’elenco delle gelaterie aderenti: dal canto dei commercianti, invece, per fare richiesta, basta qualche click per mettersi in contatto con lo staff dell’associazione.

 

Dal 2015 al 2018, si legge, sono stati donati 150mila sorrisi, hanno aderito 433 gelaterie sparse in 20 regioni e sono state 409 le città solidali. Numeri importanti per un progetto “piccolo” come questo e che, si spera, aumenteranno sempre di più.

È stato anche precisato che, se a fine campagna dovessero essere maturati dei fondi inutilizzati, verranno devoluti ad un altro progetto dell’associazione, il “Salvamamme dà la pappa“, che si occupa di aiutare 10mila bambini, sempre in Italia, per integrare la loro alimentazione.

 

Un impegno lodevole che, si spera, sia d’ispirazione per tante realtà del nostro Paese.

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